Curiosità sul temuto esame
In data 17 giugno 2016 si svolgono come ogni anno i test Invalsi per gli alunni di terza media. Questa particolare prova riguarda tuttavia anche scuole elementari e superiori, incubo tanto dei bambini quanto delle più apprensive mamme. Tappa irrinunciabile di qualsiasi percorso formativo, genera accese discussioni anche in ambito politico e giornalistico. Ma esattamente cosa sono i test Invalsi, e perchè si chiamano così?
Chi, cosa, come
Il nome della prova ha origine in realtà dall’ente che si occupa di redigerne i contenuti: l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione, sottoposto al Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca). L’esame è articolato in due prove, una di italiano e una di matematica, allo scopo di valutare conoscenze, competenze e livello di apprendimento degli studenti di seconda e quinta elementare, terza media e seconda superiore. Le due prove sono standardizzate a livello nazionale e si svolgono nella stessa data in tutta Italia per una durata complessiva di 2 ore e mezza, con una pausa di 15 minuti a metà. Non è ammesso l’uso nè di calcolatrici nè di dizionari; il bianchetto, inoltre, va assolutamente bandito dall’astuccio!
Cosa sono i test Invalsi: le polemiche
La standardizzazione della prova è stata spesso giudicata inefficace a causa delle diverse situazioni educative che caratterizzano il panorama scolastico italiano: sembrerebbe che nell’Italia centro-meridionale gli insegnanti siano più avvezzi ad aiutare gli alunni rispetto a quelli dell’Italia settentrionale (da un picco del 30% a un misero 5% per il Nord). Il loro compito, invece, dovrebbe limitarsi semplicemente alla spiegazione delle tracce. Questo comportamento errato e compiacente, che vede gli esami quasi come una formalità, ne altera i risultati e impedisce di utilizzarli come strumenti statistici di comparazione: sarebbe forse più giusto che membri stessi dell’INVALSI si occupassero di somministrarli in classe, ma questo non accade.